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giovedì 12 giugno 2014

Mobility 2.0: il Carsharing

"Chi viaggia senza incontrare l'altro, non viaggia, si sposta." 
Alexandra David-Néel

Nel post precedente abbiamo visto quali sono le politiche e le iniziative di natura istituzionale messe in atto per avviare la transizione verso un sistema di Trasporto europeo più efficiente, pulito e sostenibile.
Stranamente però, nessuno di questi programmi ha incentivato l'utilizzo di soluzioni di mobilità come il carsharing o il carpooling, sebbene gli effetti positivi della condivisione dell'auto sulla riduzione dei livelli di congestione stradale e quindi delle emissioni di CO2 siano note da anni (tanto per citarne uno, si stima che per ogni veicolo di carsharing vengano tolte dalla strada tra 12 e 14 auto. Fonte: Frost & Sullivan).


Sebbene in voga sin dagli inizi degli anni '70, la pratica della condivisione dell'auto non aveva mai raggiunto una portata tale da essere considerata una valida alternativa nel segmento della personal mobility.  
Negli ultimi anni invece, abbiamo assistito alla riscoperta di queste soluzioni di mobilità sostenibile anche in virtù di una serie di dinamiche che stanno radicalmente cambiando il modo di intendere il trasporto personale. Vediamole brevemente: 

1) L’innovazione tecnologica basata sull’accessibilità ormai unanime a connessioni internet e dispositivi mobili permette di abbattere le asimmetrie informative e favorisce accordi rapidi tra le parti;

2) La crisi che ha fortemente intaccato il tessuto socio-economico di molti Stati ha favorito decisioni di spesa orientate al risparmio, spingendo spesso i consumatori a preferire l'accesso ai servizi di mobilità rispetto alla proprietà del mezzo di trasporto, il cui costo di mantenimento è cresciuto irrimediabilmente nel corso del tempo;

3) La diffusione del Consumo Collaborativo come pratica per massimizzare l’utilizzo di beni e servizi attraverso la loro condivisione, in risposta allo stato generale di crisi indotto (anche) da una società fondata sul consumismo spregiudicato.

Avvertendo questi mutamenti nelle preferenze dei consumatori, il settore privato ha finalmente fornito lo slancio necessario alla pratica della condivisione dell'auto per affermarsi definitivamente come modalità di trasporto personale, proponendo soluzioni sempre più efficienti ed economiche.


Dall'autonoleggio al Carsharing P2P

Il carsharing tradizionale, o autonoleggio, è un servizio erogato da apposite aziende che gestiscono una flotta di vetture tra le quali l'utente può scegliere, pagando in base al modello, al carburante utilizzato e ai km percorsi. 
Inizialmente questo sistema obbligava gli utenti a recarsi nelle autorimesse per prelevare l'auto e riportarla indietro quando si concludeva il suo utilizzo; negli ultimi anni invece, lo sviluppo delle tecnologie digitali ha favorito la nascita di sistemi innovativi di noleggio basati  sulla disponibilità di veicoli elettrici o sull'accesso al servizio da qualsiasi punto della città. 
Il servizio Car2go per esempio, attraverso un'applicazione mobile, consente di individuare quali sono le vetture piu' vicine al punto di partenza desiderato, accedervi attraverso una membership card ricevuta in sede di registrazione online e alla fine dell'utilizzo lasciare il mezzo nel punto di arrivo, senza il vincolo di riportalo in una rimessa. Il pagamento avverrà non in base ai km percorsi ma al tempo di utilizzo.


Un analisi di Frost & Sullivan ci rivela la portata del fenomeno: tra il 2008 ed il 2011, la domanda per servizi di carsharing in Europa ha registrato un incremento del 60%, portando il numero di sottoscrittori da 500,000 a 800,000. I dati includono i membri di servizi di carsharing tradizionali (forniti dalle società) e quelli di nuova generazione (peer-to-peer) in cui i privati mettono a disposizione la propria auto affinché altri privati possano usufruirne dietro il pagamento di un corrispettivo. 

Questo trend dovrebbe continuare ininterrotto da qui al 2020 quando, secondo quest'analisi, gli utenti registrati a servizi di Carsharing tradizionale dovrebbero raggiungere la cifra record di 15 milioni di membri, e quelli di P2P carsharing attestarsi intorno alle 750,000 unità. 

Sebbene questi previsioni potessero apparire eccessivamente ottimistiche, gli ultimi dati messi a disposizione dagli analisti di Frost & Sullivan sembrano confermare le aspettative di un mercato in continua crescita: gli utenti nel 2013 erano 1,7 milioni, grazie al consolidamento di mercati come la Germania, e al boom di altri come quello italiano dove nel 2013 i membri di carsharing sono saliti da 30,000 a 130,000 grazie anche al lancio di servizi come Car2go ed Enjoy/Eni.

Martyn Briggs, Mobility Programme manager presso Frost & Sullivan, un pioniere della ricerca e dell'analisi in questo settore, ha recentemente affermato:
"Il mercato del carsharing ha continuato a crescere a ritmo sostenuto, tanto che il 2013 è visto dagli operatori come l'anno in cui il fenomeno della condivisione dell'auto ha acquisito una portata ed una risonanza globale. La pratica è ormai vista come una soluzione di Mobilità Urbana comunemente accettata."

Il Corporate carsharing

E se il 2013 è stato l'anno in cui la pratica si è definitivamente consacrata, il 2014 vedrà l'affermarsi di nuove modalità di carsharing, orientate al mondo delle imprese: il corporate carsharing è infatti visto come un mercato altamente interessante per le imprese che hanno la possibilità di ridurre i costi associati alla mobilità dei propri impiegati, potendo scegliere tra diverse soluzioni che vanno progressivamente affermandosi.

Infine, occorre rilevare un altro trend che sta contribuendo allo sviluppo del carsharing in Europa: altri segmenti del settore dei Trasporti hanno intravisto interessanti sinergie con quello del carsharing: i produttori di auto sono entrati nel mercato appoggiando servizi di carsharing esistenti o mettendo essi stessi a disposizione la propria flotta, legando la propria immagine corporativa ai valori di sostenibilità portati avanti dal carsharing (gli esempi piu' importanti in questo senso includono la tedesca Daimler che è entrata nel mercato attraverso la già citata Car2go, e la BMW attraverso il servizio DriveNow).




Allo stesso modo, trends interessanti stanno emergendo in Francia e Germania, dove schemi di carsharing si stanno affermando come parte dell'offerta degli Operatori di Trasporto Collettivo, in ottica di proposte di trasporto multimodale (gli esempi piu' interssanti sono G2mobility della società francese Veolia, e Flinkster della compagnia ferroviaria tedesca DB Bahan).

Per ulteriori dettagli sulla portata del fenomeno, vi rimandiamo allo studio condotto a livello mondiale dalla società di consulenza AlixPartners sul tema “Car sharing, dal possesso alla fruibilità dell’auto. Sfide e opportunità della nuova mobilità urbana”, i cui risultati sono stati illustrati lo scorso 7 Aprile durante la manifestazione Missione Mobilità, promossa a Milano da AMOER – Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile.

A presto.


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